venerdì 15 luglio 2016

giorno 1698

In realtà non sono sicurissimo del numero del giorno. Sono passati tre anni quasi precisi dall'ultimo post e ho semplicemente aggiunto tre volte 365 a 604, sottraendo 1 anziché 2 (l'ultimo post era del 17, oggi è 15) perché il 2015 è stato bisestile.
Ma facciamo comunque finta che siano passati effettivamente 1094 giorni dall'ultimo post e ripartiamo da qui. Ripartiamo per dire, perché già immagino un'altro standby infinito.

Cosa è successo nella vita di un [(ormai non mi sento più così tanto) giovane] graphic designer?
La voglio fare molto molto breve:
 • Iniziato collaborazione con casa editrice ruolo impaginatore/grafico
 • Aperto P.Iva
 • Comprato iMac 21,5''
 • Cambiato commercialista
 • Fatto debiti coi miei per poter pagare tasse

Avevo iniziato a scrivere del perché il cambio di commercialista. Poi ho detto: no.
In realtà non esercito quasi più la "scrittura creativa", quindi sono arrugginito anche in quello. Infatti questo post era partito molto più serio e noioso di così. Poi ho detto: no.

Finalmente anche io incorro giornalmente in quei problemi di tutti i grafici freelance: loghi che ti arrivano su .doc; clienti col senso del gusto di Lapo Elkann; bonifici a fatture delle quali ti eri persino scordato.
Però, in realtà, è una vita lavorativa triste e vuota, perché non ho molto di più da raccontare.
Tutti gli studi grafici a cui ho scritto per possibilità di collaborazione o assunzione non mi hanno risposto. Col tempo ho capito che una delle cause può giustamente essere la paura che, essendo già libero professionista, io possa rubare clienti. Da qui il pensiero di un bel "P.S. Easy man, non sono un malintenzionato." a fine mail. Ci penserò.
Adesso ho il mio logo (minimal), il mio sito (minimal) e il mio biglietto da visita (minimal). Che per un designer è una cosa bella, un po' come il muratore che si costruisce la casa, l'impiegato dell'agenzia di viaggi che si organizza le vacanze, il chirurgo che si opera da solo.

E niente,
questo post era brutto e inutile, ma volevo riscrivere su questo blog.
Anche se ormai non legge più nessuno, bisogna fare lo youtuber. Poi ho detto: no.

Salutoni e abbraccioni.

mercoledì 17 luglio 2013

giorno 604

- Riempire con una frase banale a piacimento che fa riferimento al fatto che è passato un anno dall’ultimo post -
Ah, quante cose succedono in un anno!
In realtà non così tante.
Lista delle cose che mi sono successe dall’ultimo post a oggi:
   - Gite fuori porta (tra cui Parigi)
   - Concerti sopra e sotto il palco
   - Una risonanza magnetica
   - Conseguimento della laurea
Come vedete, a parte quest’ultimo evento, è successo ben poco che mi desse il materiale necessario per continuare a riempire questo umile spazietto.
Il tema della tesi, che ho discusso lo scorso febbraio, come scrissi a suo tempo sono state le Infografiche (con relativo elaborato personale). La cosa più difficile di tutte è stata spiegare all’uomo della strada cosa fossero. Ma l’ho sfangata.
Veniamo a noi: dopo la tesi mi sono preso alcuni mesi sabbatici (che si protraggono tutt’oggi), durante i quali ho fatto diversi lavori come siti fatti male, brochure, loghi, siti fatti peggio, manifesti, siti mai fatti.
Alcuni di quelli che, per comodità, chiameremo clienti, dopo una serie di mail e direttive, sono svaniti nel nulla. Ma poco importa.
Ahimè, non facendo stage e non lavorando a contatto con altra gente, come si evince dalla moscezza di questo post, ho ben poco da scrivere.
Spero di avere presto delle nuove succose.

Ah, Parigi mi ha un po’ deluso.

martedì 31 luglio 2012

giorno 253

Sono prevalentemente tre le fonti di gaudio e amenità per un giovane graphic designer.
La prima è che dire “Ciao, sono un graphic designer!” fa sempre figo, anche se negli anni non ha aumentato il numero di esseri umani di sesso opposto al mio orbitanti intorno alla mia figura.
La seconda fonte di gaudio è quella di aprire un blog sulla propria attività di grafico e non tenerlo aggiornato perché nella propria attività di grafico non succede praticamente niente di effettivamente rilevante.
E la terza origine di gioia per un giovane grafico è quella di creare loghi, con studio e lavoro impegnativi e stimolanti, per attività prestigiose come un orto frutticolo dal nome improbabile. Per carità, è un lavoro che qualcuno deve fare, ci mancherebbe, anzi, in tempi di crisi… però quando ti tocca fare le faccine alla verdura su Illustrator è inevitabile rosicare su chi si prodiga in progetti un po’ più seri.
Ad esempio quello studio che ha preso più di 500.000 (cinquecentomila) € per applicare il corsivo al logo Alitalia. Non scherzo. (Link all’articolo su un blog che seguo: QUI).
Sto lavorando alla tesi.
In questo periodo la domanda “Su cosa la fai?” è quella che temo ed odio di più. Non tanto perché te la fanno tutti, ma perché non so come rispondere!
La faccio su un sacco di cose che vedranno la loro concretizzazione in una banale infografica a tema ancora da definire; banale infografica che oggi ha richiesto i primi 40 (quaranta) € di libri.
Quel bricconcello di Otto Neurath.
Anzi, se qualche malcapitato avesse da consigliare un testo su uno o più dei seguenti argomenti:
   - Teoria della percezione
   - Gestalt
   - Semiotica
   - Isotype
   - Otto Neurath
   - Altre cose del genere
è libero di scriverlo nei commenti. La mia gratitudine potrebbe giungere ad accarezzargli amorevolmente le dita dei piedi.
Penso di aver finito.
Gubbai.

venerdì 9 marzo 2012

giorno 109


Giuro che non mi sono dimenticato di questo blog, è che, in quest’ultimo periodo, della mia esperienza di graphic designer c’è davvero poco da raccontare.
Terminato lo stage in tipografia ho “studiato” – tra infinite virgolette – per sostenere qualche esame – tra cui quello di graphic design, per il quale ho dovuto creare l’immagine di corporate per una presunta etichetta discografica da me inventata – e lavorato a un logo e al sito del gruppo in cui suono.
In merito a queste due cose ho scoperto che:
1) la difficoltà principale nel progettare il logo di una fotografa sta nel cercare di non farlo assomigliare a quello per una parrucchiera. Nelle proposte che ho presentato al “cliente” (le virgolette sottolineano il fatto che la fotografa la conosco da molto molto tempo prima di apprendere il significato di… che ne so… font.), se si sostituisse “photographer” con “hair stylist”, difficilmente si noterebbe qualche incongruenza.
2) Wordpress è fico.
Ah… qualche tempo fa ho twittato a David Carson (come da figura) che però non ha risposto, suscitando in me un mix di tristezza, amarezza, delusione e pena per me stesso. Questo per qualche secondo, poi ho continuato a vivere la mia vita.
Chi non sapesse chi è David Carson può:
1) se non è un graphic designer, seguitare nella sua ignoranza senza conseguenze troppo catastrofiche;
2) se è un graphic designer, vergognarsi molto e poi informarsi su chi sia; dopodichè vergognarsi un altro po’… così.
Sto ancora valutando l’idea di aprire qualche post “extra-diario” dove trattare temi come, appunto, David Carson!
Dopo questo post pieno di liste e di David Carson è l’ora che vi saluti.
Oggi per pranzo spaghetti col cavolo romano… roba seria.
Ciao.

giovedì 29 dicembre 2011

giorno 39

E anche lo stage da B&V è giunto al suo termine. Un totale di 114 ore di impaginazioni, rumori di plotter, telefoni che squillano ogni 22 secondi, calendari per bambini, loschi figuri che si aggiravano per la tipografia con fare da vampiro, scansioni di libri interi e freddo. Tanto freddo. Ah già… dimenticavo i tordi!
La tipografia è un luogo caotico. Per quella che è la mia esperienza, posso dire che uno studio grafico sta allo studio di un architetto come una tipografia sta a un cantiere. Mi spiego?
Esperienza interessante, dopo tutto. Anche abbastanza costruttiva. Ciò che ho imparato è che, nonostante io voglia fare il grafico e non il tipografo; è bene conoscere quello che in fase di stampa si può fare e quello che no. E non ho certo scoperto l’acqua calda!
Insieme allo stage di 3 anni fa, anche questa è un’esperienza di quelle che ti fanno capire che il mondo della grafica - in scala, diciamo, territoriale - non è quel bel paese delle meraviglie che uno si aspetta quando fa le superiori o l’accademia. La gente, là fuori, vuole il tuo sangue… e una finta miscela di magenta e giallo non basta, quelli lo assaggiano!

lunedì 12 dicembre 2011

giorno 22

Oggi scrivo direttamente dalla tana del lupo, o dalla stanzetta dove ubico, qui da B&V, se preferite. Esatto, è uno di quei momenti in cui sono lasciato in balia del destino e non ho niente da fare! Se non ho aggiornato costantemente il blog è perché non sono successe cose per cui valeva la pena aprire singoli post; farò un sunto.
Intanto devo prodigarmi in un errata corrige, ovvero che quel regista famoso di cui avevo parlato, non è quel regista famoso... ma solo un altro regista con lo stesso cognome. E vabbè.
Periodo di calendari, calendari ovunque! Me ne hanno fatti fare due a sfondo "infantile"; David Carson sarebbe fiero di me per l'impaginazione caotica-ma-ragionata che ho usato per uno di questi. Mentre per l'altro ho dovuto lavorare con foto di bambini nei quali occhi si leggeva una profondissima ed inconsapevole crisi di valori e nelle quali espressioni si leggeva vanità o disgusto, a seconda del bambino.
Sarà che è Natale, sarà che faccio un bel po' di strada per venire qui, ma quelli di B&V hanno voluto ricompensare i miei sforzi. Il gesto è stato apprezzatissimo.
Il lavoro sui tordi non è ancora finito e io sto iniziando a sognarmi grandi copritrici e timoniere di tordele, cesene e merli. È un mondo difficile, come cantava qualcuno.

mercoledì 30 novembre 2011

giorno 10

Due giorni fa sono tornati i tordi. Tordi ovunque! Mi sono chiesto se il mio fosse uno stage come grafico o come ornitologo.
Oggi invece… no, vabè, quello che ho fatto oggi non lo posso dire: mi vergogno. Non tanto a livello progettuale, anzi, per quello niente da dire, più che altro per i contenuti di quello che ho dovuto impaginare. Evvabbè.
Ormai il mio navigare in internet è diventato spudorato: sono passato ai trailer sul sito della Apple. Benedetti i momenti di non-assegnazione di lavoro!
Niente da aggiungere. Passato l’entusiasmo per l’apertura del blog, credo che la frequenza di pubblicazione calerà un po’.
Cheers.

venerdì 25 novembre 2011

giorno 5

Kubrick non è morto. Si è trasferito in provincia di Pisa, ha imparato la lingua del posto, parla con voce roca, veste vagamente trasandato ed è un cliente di B&V, la tipografia dove sto facendo lo stage.
Scherzi e sosia di Kubrick a parte, oggi da B&V s’è presentato davvero un regista… meno famoso di Kubrick ma comunque un volto noto in terra nostrana: regista che ovviamente non citeremo, per questioni di privacy… no, soprattutto perché non voglio fare nomi su questo blog. Eccetto quelli che ho già fatto. E che farò.
Oggi lavoro da catena di montaggio: ho scannerizzato due libri e preparato per la stampa le scansioni di uno di questi, nella fattispecie un libro di fisica di 400 e passa pagine. Sistemandolo con InDesign, avrei voluto lasciare una traccia di me, tipo, non so, in un angolino in basso scrivere in corpo 6: “Tu che stai leggendo, sappi che qualcuno, cioè io, ha dovuto scannerizzare questo libro e poi reimpaginare ogni scansione perché tu avessi la tua copia a metà prezzo: se può servire a farti stare peggio, io sono qui a fare uno stage non pagato.” L’alternativa era modificare una foto trasformando Isaac Newton nel Joker di Heath Ledger (come da figura).
Non ho fatto niente di tutto questo.
Ho preferito serbare il rancore per il giorno in cui anche io avrò degli stagisti sotto mio comando. Risata malefica.

giovedì 24 novembre 2011

giorno 4

I tordi sono tornati. Mille immagini di piume d’ali, tutte uguali. Mi sembrava di essere ne Gli uccelli di Hitchcock. A parte ciò, lezioncina teorica su digitale vs. offset: repetita iuvant.
La minaccia di domani si presenta sotto forma di un intero libro di testo (con tanto di appunti, sottolineature e disegnini) da scansionare. Ho paura.

mercoledì 23 novembre 2011

giorno 3

Da quello che mi è dato di capire e di sapere, c’è parecchio fermento da B&V (leggere il post precedente per capire cos’è B&V): il mio tutore fa la spola tra la sua postazione Mac e il resto della tipografia, la gente sclera, la carta in macchina finisce. In compenso oggi ho fatto due lavorini più soddisfacenti di quelli precedentemente descritti e ho interagito telefonicamente con un cliente: al terzo giorno di stage mi sembra un risultato piuttosto dignitoso. Al terzo giorno di uno stage che ho fatto 3 anni fa, mi facevano ancora ricalcare loghi in vettoriale e mi canzonavano perché non fumavo.
Come promesso e premesso, ho scoperto dov’è il bagno. E ho iniziato audacemente a navigare su internet nei momenti in cui non mi danno nulla da fare: fissare il muro, alla lunga, stanca. Per fare bella figura sono stato quasi esclusivamente su siti di graphic design; non che il mio tutore, che da ora in poi chiameremo MM (sono le sue iniziali; precisazione inutile, ma sentivo la mancanza di parentesi), stia lì a guardare che siti frequento, ma non voglio farmi beccare su Facebook…
Un  quesito mi sorge spontaneo: posto che il caffè da B&V è gratis perché invece del distributore meccanico c’è una macchinetta a cialde e che, come già spiegato, non mi danno neanche mezzo centesimo, come stagista ho diritto ad almeno un caffè al giorno?